La Legge di Bilancio 2022 ha introdotto un bel po’ di novità fiscali. Proviamo a vederne alcune (senza la pretesa di essere esaustive) che interessano lavoratori autonomi e imprenditori.
La prima è la riforma dell’IRPEF con l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale. La modifica parte dal 2022 (quindi non vale per la dichiarazione dei redditi che compileremo quest’anno relativa ai redditi 2021) e interessa esclusivamente le persone che pagano l’IRPEF, appunto, ovvero l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Non riguarda chi paga imposte sostitutive, come i titolari di partita iva in regime forfettario o dei minimi, e le società che pagano l’IRES. Riguarda, invece, oltre ai lavoratori dipendenti, i titolari di partita iva in regime non agevolato e i soci di società di persone (come Snc e Sas).
Che cosa è stato previsto? Essenzialmente le modifiche sono:
- la rimodulazione degli scaglioni di reddito imponibile e le relative aliquote, che da 5 diventano 4, prevedendo la riduzione della seconda aliquota (che dal 27 passa al 25%) e della terza (che dal 38 passa al 35%). La tassazione con aliquota più elevata (al 43%) scatta, invece, per i redditi superiori a 50.000 euro (con abbassamento, quindi, della precedente soglia di 75.000 euro);
- la modifica delle detrazioni d’imposta (per redditi di lavoro dipendente, da pensione e autonomo) che in generale sono aumentate, sebbene la soglia massima per fruirne sia ora fissata a 50.000 euro (e non più 55.000);
- la riformulazione del “bonus 100 euro“, riducendo la soglia di reddito sopra la quale l’agevolazione non spetta (da 28.000 euro prima previsti, a 15.000 euro).
Nel complesso, secondo le prime valutazioni, la Legge ha favorito una riduzione dell’Irpef dovuta, sia per i dipendenti che per i pensionati e i lavoratori autonomi. In particolare, sono favoriti soprattutto i contribuenti nella fascia di reddito 28.000-50.000.
Una seconda novità importante che riguarda i titolari di partita iva è l’esclusione dall’IRAP, sempre a partire dal 2022, per le persone (non le società) che esercitano attività commerciali, arti e professioni. A partire dal 2022, quindi, non è più dovuta dalle ditte individuali e professionisti l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive. Questa esclusione, però, sembra disincentivare le aggregazione (in quanto le Società continuano a pagarla) quindi stiamo a vedere se ci saranno ulteriori novità.
Tra le agevolazioni è poi prevista la proroga del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0 dal 2022 al 2025. Ne abbiamo già parlato qui. Nessun credito d’imposta viene invece riconosciuto, dal 2023, per gli investimenti in beni “ordinari non 4.0”.
Viene anche prorogato il credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative, di cui abbiamo già parlato qui, con queste novità:
- per la ricerca e sviluppo viene prorogato fino al 2031, mantenendo per il 2022 il 20%; per i successivi anni fino al 2031, la misura è ridotta al 10%;
- per l’innovazione tecnologica, design e ideazione estetica viene prorogato fino al 2025, mantenendo per il 2022 e 2023 la misura del 10% e poi al 5%;
- per l’innovazione tecnologica finalizzata alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di
un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0, il credito, prorogato fino al 2025, è per il 2022 del 15%, per il 2023 del 10% e per il 2024 e il 2025 del 5%.
Le novità fiscali, in realtà, sono molte, ma queste ci sembravano le più importanti da segnalare per chi gestisce un’attività in proprio.
Per approfondire vi consigliamo di leggere direttamente il testo della Legge,(che è sempre la cosa migliore ma anche la più impegnativa) oppure ricercate sul web alcuni approfondimenti delle singole novità che vi interessano, ma sempre da fonti autorevoli come il Sole 24 Ore oppure il sul sito del MEF.