Durante le nostre consulenze, molto domande vertono sul lavoro in ritenuta d’acconto, definizione informale per intendere il lavoro autonomo occasionale.
La prestazione occasionale è uno strumento molto utilizzato da chi ha un hobby che non è ancora diventato un’attività lavorativa, oppure per regolamentare una collaborazione sporadica.
Si può parlare effettivamente di lavoro autonomo occasionale quando coesistono tutte le seguenti condizioni, non soltanto una o due:
- L’opera prestata non dev’essere l’attività prevalente per chi la presta
- L’attività in oggetto non deve essere svolta in maniera abituale (non deve essere svolta in maniera sistematica, quindi non è sufficiente saltare qualche mese durante l’anno)
- Non deve esserci vincolo di subordinazione o inserimento nell’organizzazione del committente
- La prestazione non deve riguardare attività che si inquadrano nell’esercizio di arti e professioni
Molte persone, si ancorano alla famosa disciplina del limite dei 5.000 € e dei 30 giorni annui ma questo può portare fuori strada, perché pur non superando questi limiti, la prestazione occasionale deve essere inquadrata nel contesto di cui sopra. Il limite dei 5.000 €, ad esempio, ci indica soltanto la cifra al di sotto della quale, la persona non sarà assoggettata alla contribuzione previdenziale.
Spesso, l’utilizzo del compenso occasionale si configura come un vero e proprio abuso per eludere l’apertura della partita iva da parte del prestatore d’opera o l’assunzione da parte del committente.
Proprio per evitare forme elusive nell’utilizzo del lavoro autonomo occasionale, la legge di conversione del decreto Fisco-Lavoro introduce l’obbligo, per il committente, di effettuare una comunicazione preventiva all’Ispettorato del lavoro competente per territorio, a partire dal 1° Gennaio 2022.
La comunicazione dovrà contenere:
- i dati identificativi del committente e del prestatore
- data di inizio e fine dell’attività lavorativa
e inviata all’ufficio competente attraverso queste modalità:
- On-line dal sito servizi.lavoro.gov.it
- Posta elettronica
- Sms
- App
Il mancato adempimento di questo obbliga viene sanzionato con una multa da 500 a 2.500 € in relazione a ciascun lavoratore autonomo per cui è stata omessa o ritardata la comunicazione.
Se ti è capitato di utilizzare questa forma di regolamentazione o pensi di utilizzarla in futuro, recupera i contatti dell’Ispettorato del lavoro competente per il tuo territorio. In questo modo, non avrai sorprese quando si tratterà di attivare una nuova collaborazione.