Per il 2020, 2021 e 2022 è prevista la possibilità di accedere ad un credito d’imposta per le spese sostenute in ricerca, sviluppo, innovazione e design.
Vediamo brevemente come funziona:
Chi può ottenere il credito?
Possono accedere tutte le imprese residenti indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito d’impresa.
Possono quindi richiedere l’agevolazione anche i contribuenti in regime forfettario, purché imprese. Non possono richiederlo i liberi professionisti.
Quali sono le attività e spese agevolabili?
Sono ammesse (se impiegate nei progetti di ricerca e sviluppo):
- le spese per il personale impiegato;
- le quote di ammortamento, i canoni di leasing o di locazione e le altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software;
- le spese per contratti di ricerca aventi ad oggetto il diretto svolgimento delle attività di ricerca e sviluppo;
- le quote di ammortamento relative all’acquisto da terzi, anche in licenza d’uso, di privative industriali relative a un’invenzione industriale o biotecnologica;
- le spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti;
- le spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi.
Quant’è l’agevolazione?
La determinazione e la misura del credito d’imposta variano a seconda della tipologia di investimenti agevolabili. Per il 2021:
- per le attività di ricerca e sviluppo il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 20%, nel limite massimo di 3 milioni di euro.
- per le attività di innovazione tecnologica il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10%, nel limite massimo di 2 milioni di euro.
- per le attività di design e ideazione estetica, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10%, nel limite massimo di 2 milioni di euro.
- per le attività di innovazione tecnologica 4.0, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 15%, nel limite massimo di 2 milioni di euro.
Come funziona?
Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione con modello F24 in tre quote annuali di pari importo a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione.
Cosa si deve fare?
Chi vuole beneficiare del credito d’imposta ha bisogno di:
- la certificazione della documentazione, rilasciata da un revisore legale/società di revisione che attesti l’effettivo sostenimento delle spese. Le spese per la certificazione sono completamente recuperabili in credito d’imposta;
- la relazione tecnica che illustri le finalità, i contenuti ed i risultati delle attività ammissibili;
- la comunicazione al Ministero dello sviluppo economico.
Qui il sito del MISE con maggiori informazioni e la normativa https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/credito-d-imposta-r-s