L’altra sera è stato approvato un nuovo Decreto (DPCM del 26/4/2020), pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.
Vi invito a leggere il Decreto, anche se piuttosto corposo, a questo link.
Le disposizioni contenute si applicano a tutto il territorio nazionale da lunedì 4 a domenica 17 maggio, sostituendo il Decreto del 10 Aprile scorso.
L’espressione chiave del nuovo intervento del Governo è “distanziamento sociale” tanto che il Presidente Conte ha lanciato uno slogan “SE AMI L’ITALIA MANTIENI LE DISTANZE” a significare come nessuna misura sarà idonea a fronteggiare la pandemia in assenza di comportamento responsabile dei cittadini.
Iniziamo con il dire quello che non troviamo nel Decreto:
- Non troviamo nulla sulla scuola, la cui apertura in conferenza stampa è stata prevista per settembre, ma senza maggiori dettagli se non che verrà riproposto il bonus baby sitter;
- non troviamo nulla sui tamponi diffusi alla popolazione;
- non troviamo nulla circa il tracciamento e l’annunciata app Immuni.
Il Decreto nella vita quotidiana:
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- Entro i confini della regione sono consentiti gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Si considerano “necessari” gli spostamenti per incontrare congiunti. La definizione di “congiunti” sarà precisata, a breve, con delle Faq del Ministero.
- Sono vietati gli spostamenti in una regione diversa, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
- Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto. È consentita l’attività sportiva individuale (sempre nel rispetto della distanza di sicurezza).
- Rimangono sospesi i servizi educativi per l’infanzia, attività scolastica e corsi di formazione.
- Rimangono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri benessere, centri culturali, centri sociali.
Il Decreto per le attività: imprenditori e professionisti
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I negozi: le attività commerciali al dettaglio possono aprire solo se ricompresi nell’allegato 1 del Decreto. Si tratta, tra l’altro, oltre ai supermercati e negozi di alimentari, di computer, carburante, ferramenta e articoli igienico-sanitari e di illuminazione, giornali, farmacie, medicinali e profumerie, prodotti per animali, ottica, cartolerie, libri vestiti per bambini e fiori. Ricordo (non è una novità) che è sempre consentito, per ogni negozio, il commercio tramite internet, televisione, corrispondenza, radio, telefono. Per tutti i negozi al dettaglio, nel discorso di domenica sera, Conte ha previsto la riapertura per il 18 maggio pv.
Il negozio dovrà garantire, oltre alla distanza interpersonale di un metro, l’ingresso dilazionato e che i clienti non sostino all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto, il rispetto delle indicazioni fornite nell’allegato 5, tra cui la garanzia di pulizia e igiene ambientale con frequenza almeno due volte giorno ed in funzione dell’orario di apertura, l’areazione naturale e il ricambio d’aria, disponibilità di sistemi di disinfezione delle mani e l’uso di guanti usa e getta, l’utilizzo di mascherine negli ambienti chiusi e il distanziamento dei clienti in attesa in entrata. Inoltre, dovranno essere garantiti accessi regolamentati e scaglionati:
b) per locali fino a quaranta metri quadrati può accedere una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori;
a) attraverso ampliamenti delle fasce orarie;
c) per locali di dimensioni superiori di 40 mq, l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, ove possibile, i percorsi di entrata e di uscita.
I ristoranti: tutti i servizi di ristorazione, oltre alla consegna a domicilio che era già consentita e resta consentita, potranno ripartire con le attività di asporto (cioè l’utente va nel locale e ritira gli acquisti).
Anche in questo caso resta l’obbligo di distanza di almeno un metro.
In più, solo per l’asporto, si prevede espressamente il divieto di consumo all’interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze dei locali. Nel suo discorso, Conte ha annunciato che il Governo prevede la riapertura il 1 giugno.
I servizi alle persone: sono consentiti solo per le attività indicate nell’allegato 2. Si tratta di lavanderie, tintorie e servizi di pompe funebri. Restano ancora chiusi barbieri, parrucchieri, estetisti, che come per i ristoranti, probabilmente riapriranno il 1 giugno.
Le altre attività: per chi non è negozio, ristorante, servizio alle persone, può (come era già) continuare ad operare in modalità a distanza / lavoro agile (lavoro da casa). L’attività in sede si potrà svolgere solo per le attività comprese nell’allegato 3 e sempre con l’obbligo di rispettare quanto previsto nell’allegato 6. Per i negozi l’allegato da rispettare è l’allegato 5, per le imprese che operano nei cantieri l’allegato è il 7, per le imprese che operano nei settori del trasporto e della logistica l’allegato è il numero 8 e per le imprese che operano nel settore del trasporto pubblico si deve rispettare anche l’allegato 9.
Il Ruolo delle Regioni
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Il ruolo delle Regioni è fondamentale per la prosecuzione delle attività:
Innanzitutto, spetta a loro il compito di monitorare con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei territori. I dati del monitoraggio dovranno essere comunicati giornalmente al Ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità e al comitato tecnico-scientifico. Nei casi in cui dal monitoraggio emergesse un aggravamento, il Presidente della Regione dovrà proporre le nuove misure restrittive nelle aree del territorio regionale interessate.
In secondo luogo, le Regioni potranno dare indicazioni più stringenti rispetto al Decreto nazionale,quindi teniamo d’occhio la Regione in cui ha sede la nostra attività!
Infine, c’è effettivamente un po’ di confusione in questi giorni tra norma nazionale e regionale… ne è esempio il caso della ristorazione con asporto: come abbiamo visto, dal 4 maggio a bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie verrà consentita la ristorazione con asporto. Anticipando il governo centrale, in Veneto (con ordinanza del 24 aprile) già da qualche giorno è consentita la vendita di cibo da asporto, purché effettuata, ove possibile, previa ordinazione on-line o telefonica… Vi è, quindi, ancora molta incertezza operativa e bisognerebbe evitare una situazione di confusione con decisioni nazionali più chiare.
A scanso di equivoci (e sanzioni!) l’unica cosa da fare è verificate le ordinanze del Comune e della Regione di residenza o dove ha sede l’attività per appurare cosa si può e cosa non si può fare.